sabato 28 gennaio 2012

Non solo modi di dire: ragionare con la pancia deriva dal "pensare" con il cervello enterico



Pur avendo una visione naturopatica dell’alimentazione come elemento importante inserito in un contesto primario di educazione ed avvio alla conoscenza ed alla pratica di un sano e corretto stile di vita assieme ad altri agenti come respirazione, movimento, drenaggio e vari altri approcci delle discipline naturopatiche, cionondimeno mi pare opportuno ampliare un po’ lo sguardo ad altre discipline e in questo caso a quelli che sono i rapporti tra le attribuzioni che l’essere umano dà, sia a livello emotivo, sia a livello psichico e simbolico, al cibo ed ai singoli cibi in particolare.
C’è un modo di pensare, di agire e di affrontare gli argomenti e le situazioni che la vita ci propone che generalmente si indica come un “ragionare di pancia”, prendere una situazione di pancia, che non è un vero e proprio ragionare di testa (ovvero particolarmente con i lobi frontali del nostro encefalo che presiedono all’ideazione, pianificazione e organizzazione dei comportamenti dove tutte le sensazioni inviateci vengono elaborate e “razionalizzate”), come non è nemmeno e non vuol dire prendersela di petto o di cuore, bensì, aldilà di queste definizioni per negazione che già danno un quadro dell’idea, questo ragionare di pancia assume il significato mutuato ed ereditato anche da antiche ancestrali conoscenze empiriche e mediche di “scegliere visceralmente e sostanzialmente” alcune azioni e comportamenti, ovvero prendere decisioni spontanee e inconsapevoli sentendo e provando sensazioni istintive, profonde e arcaiche, non razionali, ma finalizzate probabilmente all’immediato sostentamento e mantenimento dell’individuo.
Questa tesi è anche avvalorata da quanto affermato dalla Medicina Tradizionale Cinese, in cui l’organo/funzione Intestino Tenue, che fa parte della Loggia del Cuore (Fuoco) di cui rappresenta la parte yang, è addetto concettualmente alla scelta ed alla suddivisione delle sostanze introdotte col cibo che verranno assimilate e di ciò che verrà eliminato: da una parte il cibo, la materia, che una volta subiti i processi di lavorazione e “digestione” ( di scelta in tutti i sensi!), passerà al sangue che verrà trasportato col motore/pompa cardiaca a tutti i tessuti ed a tutto l’organismo per apportare nutrimento; e dall’altra quelle sostanze cibarie scartate dai processi procederanno verso il basso, verso l’intestino crasso per essere ulteriormente lavorate (assorbimento dell’acqua e assorbimento delle vitamine con la collaborazione dei batteri saprofiti) e poi degradate ed espulse come rifiuti che comunque rientreranno nel ciclo naturale della terra.
L’intestino viene opportunamente indicato e considerato come seconda intelligenza, secondo cervello, e in questi ultimi anni recenti studi di neurogastroenterologia hanno dimostrato che il cervello enterico è una vera e propria entità, un sistema che ha una propria autonomia funzionale dal cervello encafalico per il fatto che anche nell’intestino si trovano innumerevoli terminazioni nervose e connessioni neuronali che poi attraverso il sistema del nervo vago e del sistema neurovegetativo sono costantemente in contatto con il sistema nervoso centrale. Vi è una grande analogia tra intestino ed encefalo e tra le loro precipue funzioni: come l'intestino si alimenta di cibi che scioglie, spezza e scompone, trasformandoli in molecole più facilmente assimilabili per il consumo dell'organismo, cosi l’encefalo si alimenta di dati che vengono raccolti, condensati ed elaborati per l’utilizzo dell'individuo in questione; anche l'intestino quindi è un secondo cervello funzionale alla Vita ed interconnesso e interdipendente con il sistema nervoso centrale, in grado anche di metabolizzare e registrare le ansie, le emozioni, e di metterle assieme a quelle già memorizzate nell'inconscio fornendo quindi risposte più o meno adatte dell'intero complesso biocibernetico dell’organismo vivente a seconda del suo stato complessivo del momento.
Questo cervello recepisce e sa riconoscere non soltanto i vari cibi adatti introdotti nella bocca, ma anche le sostanze dannose e tossiche, in questo caso, provocando pronte reazioni per eliminarle: il vomito, nel caso si riconoscano velocemente; accelerando la peristalsi e quindi altri fenomeni come per esempio la diarrea se il riconoscimento di queste sostanze avviene più tardi.
Concludendo, è chiaro che ogni circostanza emotiva, o assunzione di cibo non gradito (alla parte enterica ovviamente), o anche di medicinali (!), insomma di elementi non appropriati e vissuti negativamente (sempre dalla parte enterica ripeto), generano nel “cervello intestinale” delle risposte valide per ogni condizione provata nella vita quotidiana; tale struttura non è solo legata alle reazioni al cibo ingerito, ma può “pensare”, scegliere e prendere decisioni, sperimentando sensazioni autonome, con successive manifestazioni evidenti di risposte di disadattamento come le coliti, le ulcere, pesantezze e bruciori di stomaco vari etc., che sono disturbi e malattie causate da stress quotidianamente vissuti, incluse in primo luogo forti emozioni negative.
E’ qui, nell’addome e nei suoi organi che sin da bambini si manifestano le prime psico-somatizzazioni; è qui che si somatizzano i primi conflitti interiori tra il razionale e l’irrazionale-inconscio, conflitti che generano disturbi per reazioni della ricchissima parte immunologica presente sempre all’interno dell’intestino dove viene modificato il pH , il “terreno” con le sue risposte immunitarie e dove i batteri nostri amici son costretti per sopravvivere a spostarsi dalle aree loro assegnate dalla natura e colonizzano altre aree non di loro competenza creando a loro volta mutamenti a catena sinchè non verranno risolti i conflitti di base della propria vita e verrà ripristinato il sano e reattivo “terreno” originario.
Per ultimo, ma non meno per importanza, c’è da notare che in natura dal punto di vista embriogenetico i primi tessuti che si formano e si sviluppano sono quelli dei foglietti germinativi ectoblastico, per il sistema nervoso, ed entoblastico per l’apparato digerente per cui lo stomaco, l’intestino e il sistema digerente nel suo complesso che sono alla base della vita, del suo sostentamento nutrizionale e dello scambio principale che si ha con l’ambiente.
Ecco qui lo scopo e il motivo principale per il quale ho inserito articoli che riguardano i rapporti tra cibo, psiche ed emotività che saranno qui comprese e che verranno di seguito interrelate, anche se per l’indagine naturopatica vera e propria tali disamine costituiscono una parte concernente aspetti non di competenza propria e marginalmente collegati.

1 commento:

  1. Potrebbe interessare sapere che esiste un ramo di psicologia denominato “Psicologia del Secondo Cervello” (Second Brain Psychology). Trattasi di un approccio psicologico che integra le funzioni della psiche del Secondo Cervello che ha specifici meccanismi e parametri. Il trattamento dei vari disturbi psicologici, emotivi e comportamentali vengono ricondotti a blocchi nella Memoria Emotiva del Secondo Cervello, la memoria della mente nel Secondo Cervello coinvolta in molti processi basilari della psiche e del comportamento.
    Il libro “L’individuo e la Psicologia del Secondo Cervello”, del fondatore Armando Ingegnieri, ne spiega i concetti cardini. Il libro in inglese è intitolato “You, Me and Second Brain Psychology”.

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